Anno XXXVII - Numero 10 - 28 novembre 2014

Dall'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Ivrea, Pinerolo, Torino

Novità OCSE su stabile organizzazione ed erosione della base imponibile tributaria

A cura di Alessandro Terzuolo, Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Ivrea, Pinerolo, Torino e partner dello Studio Terzuolo-Brunero & Associati


Dal febbraio 2013 in poi, l’OCSE ha pubblicato diversi rapporti e documenti finalizzati a guidare i vari Stati aderenti nell’adozione di misure e azioni in contrasto al c.d. fenomeno dell’erosione della base imponibile e dello spostamento di base imponibile (fiscale) da uno Stato ad un altro Stato, solitamente con un carico tributario più conveniente. L’impegno dell’OCSE è stato formalizzato nell’Action Plan on Base Erosion and Profit Shifting, del luglio 2013 a cui hanno fatto seguito diversi provvedimenti denominati “Action” su specifici argomenti di rilevante interesse.

Alcuni dei temi più rilevanti su cui l’OCSE ha concentrato recentemente la propria analisi sono:

  • le criticità connesse all’economia digitale attraverso l’Action 1;
  • la disciplina dei prezzi di trasferimento tra parti correlate (transfer pricing) dei c.d. intangibles (beni immateriali) con l’Action 8;
  • le proposte di modifica alle linee guida OCSE connesse ai servizi infragruppo “a basso valore aggiunto”.
  • gli oneri di documentazione nel transfer pricing con l’Action 13.

Più recentemente, il 31 ottobre 2014, l’OCSE ha pubblicato l’Action 7 finalizzato a prevenire l’utilizzo elusivo dello status di stabile organizzazione, prassi utilizzata, secondo l’Organizzazione, da aziende multinazionali per ridurre il proprio carico fiscale complessivo.

L’OCSE in sostanza propone un aggiornamento della definizione di stabile organizzazione (rispetto a quanto contenuto nell’art. 5 del Modello di Convenzione OCSE contro le doppie imposizioni) al fine di evitare, attraverso accorgimenti più o meno complessi, che aziende non residenti riescano a non pagare imposte nello Stato in cui in realtà svolgono un’attività economica in modo stabile.

La nozione di stabile organizzazione risulta particolarmente tecnica, ma in questa sede basti segnalare tre diffusi fenomeni che l’OCSE si propone di contrastare:

  • l’utilizzo della figura del “commissionario” in modo artificioso al fine di erodere la base imponibile degli Stati in cui le vendite sono realizzate;
  • l’utilizzo di sedi fisse di affari con attività formalmente di carattere preparatorio o ausiliario (apparenti ma non reali) per evitare di realizzare una stabile organizzazione e pagare le imposte in Stati dalla fiscalità solitamente più gravosa;
  • la frammentazione artificiosa di un’unica attività economica con l’obiettivo di eludere il termine di permanenza dell’impresa sul territorio (12 mesi nel Modello di Convenzione OCSE) al fine di non realizzare una stabile organizzazione nello Stato in questione.

In conclusione è opportuno, per chi opera in ambito internazionale, monitorare la continua e rapida evoluzione delle misure volte a combattere fenomeni elusivi internazionali che, in ultima analisi, danneggiano fortemente il gettito dei vari Stati aderenti all’OCSE e per questo motivo vengono contrastati.


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