Anno XXXVI - Numero 1 - 30 gennaio 2013

Dall'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Ivrea, Pinerolo, Torino

Le aziende italiane nel mondo
a cura della Dott.ssa Bianca Raggi, Dottore Commercialista in Torino


La forte crescita economica dei paesi emergenti quali Brasile, India, Cina, Est Europa, Serbia, e anche di tanti Paesi africani invoglia gli imprenditori italiani a cercare sbocchi per le loro aziende in un momento in cui l’offerta di prodotti supera ampiamente la domanda interna, e dunque raggiungere il break-even point è una sfida continua.

Pertanto oggi, in presenza di una riduzione dei consumi interni, non sono soltanto le grandi aziende a cercare sbocco sui mercati esteri, ma anche le nostre piccole e medie imprese, che mettono in luce la loro grande propensione all’internazionalizzazione, che non ha eguali tra le PMI francesi o tedesche.

Le infrastrutture di base nei Paesi emergenti non sono sempre al livello di un paese europeo, ma il costo della manodopera è decisamente più basso che da noi, pertanto le imprese nostrane devono giocarsi le loro possibilità di concorrenza con altre carte, ossia con la qualità e la reputazione.

Qual è per le piccole e medie imprese il fattore più importante per affrontare la sfida ai produttori dei Paesi emergenti? È la qualificazione delle risorse umane, incluso il management, che deve approcciare il lavoro con costante voglia di migliorarsi ed aggiornarsi.

Le istituzioni locali possono dare un grande aiuto alle PMI nel favorire la formazione professionale continua degli addetti a tutte le funzioni aziendali, arma vincente per le aziende di un Paese avanzato, che non può e non vuole competere soltanto con una continua riduzione dei prezzi.
 


 

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